Il presidente dello stato libero di bananas

il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi


Ovvero come quattro cialtroni di politici reinventati, tra un mojito e una pajata riusciranno a buttare alle ortiche tutto il lavoro di una personalità internazionale che è riuscita, insieme a Conte, a convincere col proprio prestigio personale l’Europa a prestare all’Italia i soldi necessari a rattoppare i buchi che loro stessi hanno provocato in anni di inadempienza.


Le loro perdite di tempo, e soprattutto le loro spese e i loro squallidi intrighi li paghiamo noi, anche se ad alcuni di loro ci pensano i servizi segreti americani o i loro padroni di multinazionali; altri poi ne hanno fatti parecchi di guai e sono lì da svariate legislature.

E siccome ieri probabilmente i cosiddetti “grandi elettori”, non saranno riusciti a mettersi d’accordo con Draghi sulle poltrone di Governo da spartirsi una volta che lui fosse salito al Colle, se la sono presa a male ed hanno preso tempo dando il via alle solite schede bianche, alle “consultazioni” ed ai fiumi di dirette televisive piene di aspettative di un qualcosa di altamente fasullo e già scritto diluito dai giornalisti con chiacchere morte all’infinito tanto per allungare il brodo della trasmissione con la pubblicità. Non so dirvi quanto mi fa ridere vedere i loro inviati fuori da Montecitorio inseguire ogni volta il personaggio politico di turno spostandosi in branco come delle pecore assatanate armate di telecamere e microfoni. Ne ho visto qualcuno di questi personaggi diversamente politici che rispondeva direttamente dal suo scooter al direttore di un famoso TG bypassando l’intervistatrice che rimaneva col microfono a mezz’asta: qualcosa che per i miei gusti trovo davvero deprimente.

Oggi ho visto varie prime pagine di quotidiani accostare alla parola” smacco” la parola” presidente” e ho pensato a quante risate si faranno in Europa quando dovremo restituire tutti i soldi che i soliti mariuoli si ruberanno una volta che il garante del maxi-prestito verrà fatto fuori.
Intanto Letta chiede di chiudersi tutti insieme con gli alleati (mi toccherebbe virgolettare anche questi) “in conclave” (!) a pane e acqua (!!!) per trovare un nome condiviso … e dico io sarebbe ora facessero un po’ di penitenza con quello che si sono mangiati fino adesso …

Caro Presidente Draghi, Le conviene fuggire finché può: abbiamo la guerra alle porte dell’Europa, il paese reale che cade fisicamente a pezzi che lei dall’alto delle sue funzioni non può vedere, fa freddo e non possiamo nemmeno riscaldarci per via dell’aumento del prezzo del gas, gli ospedali collassano e gli immigrati affogano o muoiono in ipotermia. A Napoli ti chiedono ancora il pizzo come in tutto il Sud ed anche al Nord non ci sentiamo mica tanto bene. In Sicilia manca l’acqua e dalla Sardegna non arrivano notizie. I no-vax impestano tutti quanti e picchiano i sanitari senza pietà: insomma per dirlo in modo elegante è una camurria!
Il costo degli alimentari è lievitato come la pasta della pizza e l’unica crescita che vediamo è quella dei contratti a termine, che di solito durano due mesi persino per i bidelli. Siamo diventati un popolo di sostituti.


Fugga Draghi, mi dia retta. Con la sua pensione potrebbe fare il re del Portogallo o della Grecia … anzi no, meglio che non vi facciate vedere lì, sia lei che la Merkel … E poi fa freddo anche da quelle parti … No, mi dia retta, meglio restare a casa a fare il nonno: si rischia solo di litigare con la moglie invece che con i politicanti e con l’Europa facendo il presidente di uno stato di gente ridicola.

©l’Assenzia

Non è un’ Europa per maschi

Tre donne alla guida dell'Europa, Casellati: «Un traguardo storico»
Lagarde, Merkel e Von der Leyen


Dal 2005 ad oggi in Italia abbiamo assistito a 8 cambi di governo e più o meno altrettanti presidenti del consiglio, casualmente tutti maschi. Viceversa in Germania dallo stesso anno, una grande donna è rimasta sempre al suo posto: il Cancelliere Federale Angela Merkel, terza carica dello Stato Tedesco e Capo del Governo.
Ora la signora Merkel lascerà la sua carica e quando la sua poltrona sarà vacante, in Europa avremo il temutissimo “vuoto di Leadership” e già comincia a mancarci un po’.

Viceversa a casa nostra sono quasi certa che quasi nessuno di noi italiani avrà nostalgia che ne so, di un Monti oppure di un Renzi: io addirittura non ricordo nemmeno cos’ha fatto Letta! Di Renzi ricordo solo le slide e il disastro del Job act! E quante risate ci siamo fatti con Crozza su di lui!

Merkel è la dimostrazione che non bisogna essere maschi per essere rispettati e dare stabilità al proprio paese.

Nonostante noi donne continuiamo ad essere disprezzate e dileggiate come “genere”, alla comunità Europea persone come la Von der Leyen e la Lagarde stanno guidando addirittura la riconversione green di 27 paesi, compreso il proprio.

E se non fosse stato per loro, la nostra Italietta coi nostri politici da varietà, non si sarebbe certo salvata dalla pandemia e dalla crisi economica. Se anche noi donne italiane ne prendessimo coscienza, e la smettessimo di votare usando gli ormoni al posto del cervello, sono sicura che riusciremmo a individuare tante brave dirigenti che potrebbero guidare le proprie regioni cercando anche di prendere esempio da chi già sta facendo bene a casa propria, senza ispirarsi alle ricette astruse dettate dal partito o dal movimento di turno.

Mani del burattinaio, 1929 da Tina Modotti
foto di Tina Modotti

E’ urgente cambiare mentalità. La nostra cultura deve fare un passo avanti e restituire dignità al genere femminile, riscrivendo i libri di storia. E siamo proprio noi donne a dover cominciare a farlo, per non fare arretrare le nostre figlie e nipoti nel medioevo dell’idiozia di genere.

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