Le parole che mi porto dentro

décrypt' art. Infinity Mirror Room fireflies on the water
“Infinity mirror room” Yayoi Kusama

E’ un giorno come tutti gli altri giorni.

Ti alzi quasi rantolando, vai in bagno e passi davanti al solito specchio, poi ci ripassi e ti riguardi come se non l’avessi mai visto, perplessa e preoccupata. Eppure sì, sei proprio tu lì dentro.

Nello specchio c’è scritto 2023 e c’é una signora anziana che ti sta guardando.

Cerchi di ricordare la tua vera identità, ma non hai il ricordo degli specchi precedenti, non ricordi cosa indossavi solo l’anno prima e da quante personalità sei dovuta  passare per arrivare ad essere quella signora coi capelli bianchi che si è installata nello specchio del bagno di casa tua, proprio l’ultimo giorno dell’anno.

Non ricordi quante parole importanti hai detto, quanti giuramenti hai fatto, quanti vestiti e opinioni hai cambiato davanti agli specchi. Allora cerchi la musica che ascoltavi quando avevi 15 anni per capire da dove eri partita; la trovi, la ascolti ma non ti sembra più così affascinante, anzi ti lascia completamente indifferente.

Cerchi quelle parole che ti porti dentro e che non sei mai riuscita ad esprimere in tutta una vita e pensi di farlo nell’anno che verrà. Ma poi pensi che saranno troppo vecchie anche solo per un giorno.

Meglio sarebbe non fare più propositi per il nuovo anno perché  basta vivere nel miglior modo possibile e godersi dignitosamente il proprio tempo, cercando di stare in pace.

Perché il tempo è potente, più forte di noi e passa ogni santo giorno sulla nostra vita come il vento sulla sabbia.

Perché ogni giorno siamo dei debuttanti in un certo senso e non c’è cosa più bella che salire sul palcoscenico di una nuova giornata.

E’ partito il “chi è di scena” per il 2023, state pronti.

Buon anno nuovo dalla vecchia 

©l’Assenzia