Enrico Mattei

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Enrico Mattei

E’ stato citato in questi giorni intestandogli un piano energetico, da qualcuno che si definisce “patriota”.

Ma lui che sicuramente patriota lo è stato coi fatti durante la seconda guerra mondiale, era sul campo avverso di chi oggi si dichiara tale.

Da bravo italiano se oggi fosse ancora tra noi, forse ci avrebbe ancora una volta tirato fuori dai guai, anche se era uno di quelli che i guai se li andava a cercare: sto parlando del dottor Enrico Mattei.

Un gigante, fondatore e presidente di Eni e Metanopoli, genio e sregolatezza dell’imprenditoria Italiana uno capace di fare entrare l’Italia a gamba tesa nel mercato medio orientale dell’energia dialogando con l’Egitto, facendo società con la Persia e incoraggiando la resistenza algerina ad emanciparsi dal colonialismo francese, al fine di trarne un profitto nei futuri contratti dell’approvvigionamento energetico con il decimo produttore al mondo di gas naturale e il sedicesimo di petrolio . Un altro Patriota che aveva avuto il presagio del futuro.

Ma Mattei sarebbe stato capace oggi di tenere testa agli interessi famelici di Russi, Cinesi e Americani nello scacchiere globale, dove noi Italiani siamo diventati solo delle pedine attaccate disperatamente alle sanzioni delle banche europee e alla bandiera stelle e strisce? La risposta è incerta, ma mi sento di scommettere che sicuramente avrebbe tentato perché lui sì, aveva una una “visione” di come avrebbe dovuto rendere indipendente il proprio Paese. Sapeva quello che faceva.

Uno come lui aveva la stoffa per guidarci alla transizione ecologica dal momento che non ebbe nemmeno paura di mettersi contro quelle che battezzò come “le 7 sorelle” (le 7 multinazionali del petrolio americane, inglesi e olandesi che facevano cartello e che tanti danni fecero anche in seguito con la guerra del Golfo), a cui poi qualche buon siciliano nel ‘62 fece il piacere di toglierlo di mezzo, mettendo a Mattei una bomba sull’aereo che avrebbe dovuto riportarlo a Linate di ritorno da Catania.

Le vite come la sua, queste vite importanti, queste vite così brillanti, sono state spese con determinazione e coraggio nel nome del bene comune. Nel nome del nostro, bene comune. Col loro patriottismo genuino hanno fatto da contrappunto operoso alle vite mediocri dei criminali che le hanno eliminate.

Anche se sono sempre le vite mediocri che sopravvivono a quelle brillanti come fanno le erbacce coi frutti di uno splendido giardino, a nessuno frega nulla di loro, nemmeno alle loro famiglie. A nessuno verrebbe in mente di scrivere un rigo su di loro, perché non saprebbe chi e che cosa starebbe ricordando, e sopratutto per quale motivo. La violenza non induce ai ricordi visto che gli esseri umani, visto che tutti noi, preferiamo dimenticarcela.

©l’Assenzia

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