La pioggia sporca del nostro scontento

Banski

Ogni tanto faccio il giro dei giornali di alcuni Paesi del mondo che conosco, e rilevo problemi simili se non uguali: pandemie, catastrofi naturali, emigrazione, femminicidi, disoccupazione … più si va al Sud del mondo e più si accentuano mentre il numero degli strumenti necessari per affrontarli, per alcuni, diventa inversamente proporzionale. Anche le mode e le parole d’ordine sono le stesse.
I giornali vendono pubblicità e promuovono o condannano politici e tuttologi, facendo di tutto un business, persino della pandemia che per il loro mestiere è stata una manna dal cielo.

Intanto chi comanda davvero il mondo intero sono le grosse multinazionali, che dovranno manovrarli: i padroni di queste stanno ben nascosti senza mostrarsi mai al popolino dei “consumatori”, sempre più consumato dai debiti e dalla frustrazione.

In questa specie di condominio triste e globale, ciascun governo sembra sia sempre intento a definire onanisticamente la propria maggioranza e a combattere l’opposizione e viceversa che a sistemare le cose, mentre la pioggia sporca di un mondo esausto e inquinato bagna un po’ tutti, rivelando la bruttezza della razza umana che incendia i suoi alberi e annega i suoi poveri animali nel fango e nella plastica.

E’ una pioggia che arriva da lontano e prima o poi bagnerà anche coloro che hanno l’asso pigliatutto in mano, quelli furbi, con l’ombrello d’oro. Quelli che pensano che tanto loro avranno sempre i soldi per salvarsi. Ma già la pandemia ha insegnato che tanto all’altro mondo si va senza tasche e che non porteremo nulla di là, se non la nostra coscienza sporca, come la pioggia che viene da lontano.

@L’Assenzia